Prendere una casa in affitto dove questo venga pagato in nero è molto pericoloso, sia per quanto riguarda la l’inquilino che il padrone di casa, in quanto entrambi sono soggetti a delle sanzioni emesse per evasione fiscale.
Scopriamo nel dettaglio quali sono i rischi relativi all’affitto in nero.
Cosa si intende per affitto in nero?
Un contratto di affitto in nero è un tipo di contratto che non viene registrato entro 30 giorni dalla data della stipula, ovvero il tempo necessario per regolarizzare la scrittura privata e provvedere al pagamento delle imposte di registro.
Questa tipologia di contratto in nero prevede diverse conseguenze, la prima di natura fiscale che potrebbe scaturire in sanzioni di diverso tipo che possono essere raddoppiate se l’immobile preso in considerazione viene concesso a titolo abitativo.
Le sanzioni di tipo civile
Dal punto di vista civile, qualora il contratto sia in nero, è prevista la sanzione relativa alla nullità della scrittura privata, in quanto essa non essendo mai stata stipulata blocca la possibilità di ricorrere allo sfratto o interruzione e di poter beneficiare di eventuali canoni non riscossi.
Per di più non esistono possibilità di intervento e il contratto va sciolto e riformulato in un secondo tempo.
Si parla invece di registrazione tardiva quando si ha intenzione di regolarizzare i rapporti con il fisco.
Se questa avviene entro un anno si può ricorrere ad un ravvedimento operoso, che permette di ridurre le sanzioni: nel caso di 30 giorni di ritardo la sanzione può avere un importo minimo di 20 €, oppure si prenderanno in considerazione diversi provvedimenti qualora i giorni di ritardo siano 90, arrivando a un periodo massimo di due anni di ritardo. Se i tempi vengono superati gli interessi possono superare il 24% dell’importo della sanzione.
Quali sono i rischi per il padrone di casa
Il padrone di casa può subire delle sanzioni sia in ambito civile che penale. I rischi fiscali subentrano per evasione fiscale e si incorre in sanzioni che possono andare dal 60 al 120% dell’imposta evasa se si omette di indicare il canone nella dichiarazione dei redditi, oppure dal 90 al 180% qualora venga dichiarata una cifra inferiore rispetto a quella effettivamente pagata.
Dal punto di vista civile si può incorrere in processi, in quanto il locatore non può usufruire della procedura di sfratto e bisognerà fare ricorso se non vengono rispettate la scadenza del contratto e il pagamento delle varie rate.
I rischi per l’inquilino
Anche l’inquilino è a rischio di sanzioni dal punto di vista fiscale, poiché anche lui è ritenuto responsabile in solido e quindi anche in caso di ripercussioni fiscali qualora non fosse il proprietario a pagare la legge, potrebbe chiedere il proprio compenso direttamente a lui.
In questo caso specifico i rischi per l’inquilino sono piuttosto alti, poiché se il proprietario di casa si rifiuta di pagare le sanzioni previste, esso può ricevere delle cartelle esattoriali in quanto nemmeno lui ha provveduto a regolarizzare il contratto d’affitto, e qualora non possedesse le risorse atte a coprire le spese potrebbe subire un pignoramento dei propri beni.