Alcune tipologie di abitazioni non sono occupate tutto l’anno oppure spesso vengono abbandonate prima che il contratto scada e quindi non si ha la possibilità di dare il preavviso stabilito dal contratto al padrone di casa.
Onde evitare ripercussioni economiche, si può optare per la voltura del contratto d’affitto.
Ma di cosa si tratta e come funziona?
Come fare la voltura del contratto di affitto
Quando si vuole optare per questa possibilità, bisogna assicurarsi che questa opzione sia prevista dal contratto originale, poiché non tutti i proprietari di casa concedono la voltura.
Questa modalità può avvenire per vari motivi e può essere impugnata sia dal locatore che dal proprietario dell’abitazione, ma in quest’ultimo caso si parla di contesti ben specifici, come per esempio la donazione o il decesso del proprietario.
Quando è il locatario a chiedere la voltura del contratto di locazione si presuppone che un nuovo affittuario sia disposto ad occupare il locale in sostituzione del vecchio inquilino.
Ciò avviene quando quest’ultimo comunica il recesso del contratto dando disdetta al proprietario, e versando un’imposta di registro che prevede un costo che varia in base a diversi elementi.
Quando può avvenire la voltura del contratto d’affitto
Il subentro al conduttore e la voltura del contratto d’affitto può avvenire mediante la cessione volontaria. In questo caso, l’inquilino entra dietro il pagamento del canone che è stato pattuito.
La seconda causa di subentro al conduttore può essere dopo un divorzio o una separazione. In questo caso, se il giudice dispone l’assegnazione della casa dell’ex coniuge proprietario si procede alla voltura.
Infine, la terza causa di subentro al conduttore è il decesso dell’inquilino. In questo caso, gli eredi, coniugi, figli o parenti superstiti subentrano nel contratto di locazione.
I casi di subentro al locatore invece prevedono: vendita dell’immobile ad un altro proprietario; decesso del locatore: quindi la voltura avviene per successione.
Quanto costa la voltura del contratto d’affitto?
Come abbiamo accennato nelle righe precedenti, i costi per questa procedura variano in base al motivo del recesso e a quanto previsto dal contratto.
Ovviamente non si può stabilire un costo che possa essere valido per tutti, ma bisogna calcolare un’imposta di registro che non prevede alcun tipo di pagamento se non si supera la cifra di 67 €, mentre in caso contrario si dovrà versare un corrispettivo del 2% rispetto a quanto pattuito.
È fondamentale inoltre ricordarsi che il versamento di questa imposta va effettuato entro un periodo massimo di 30 giorni a partire dalla data della voltura.
Come procedere al pagamento
L’imposta di registro può essere pagata in diversi modi. Quello più utilizzato, è il modello F24 elide, scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Il modello prevede l’inserimento dei dati dell’affittuario nuovo e di quello vecchio, tutte le informazioni relative al vecchio contratto, l’identificazione del codice tributo 1502 e il versamento della somma pattuita.
Se si sceglie questa modalità bisogna fare attenzione a trasmettere anche il modello RLI.
In ultimo si può compilare la pratica definita in carta libera, ovvero una scrittura privata che viene stilata tra il nuovo e il vecchio locatario e che prevede la conservazione di due copie originali, che devono essere affrancate con una marca da bollo di 2 €.
Quest’ultimo documento rende legale la procedura e fa sì che ogni documento venga conservato per poter dimostrare la realtà dei fatti qualora se ne mostrasse la necessità.
Grazie a questa possibilità offerta dalla voltura del contratto d’affitto si può lasciare l’appartamento senza incorrere in sanzioni dovute al mancato periodo di preavviso, ma come detto precedentemente, bisogna assicurarsi che questa clausola sia prevista dal contratto.